Follie Ue minacciano export frutta

Sul futuro dell’ortofrutta italiana pesano le folli politiche dell’Unione Europea a partire dalla direttiva imballaggi che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari”. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Varese Pietro Luca Colombo con un ragionamento sul futuro del settore che nel 2023 ha fatto segnare il record storico delle esportazioni nazionali arrivando a sfiorare i 12 miliardi di euro, tra ortofrutta fresca e trasformata, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente, secondo una proiezione della Coldiretti su dati Istat.

La scelta Ue in materia di imballaggi – sottolinea Coldiretti Varese – aprono ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Anche se nel corso del negoziato sono stati introdotti miglioramenti grazie alla Coldiretti la battaglia è ancora aperta.

Grazie alla manifestazione della Coldiretti a Bruxelles è stata invece ritirata la proposta di regolamento sul dimezzamento dell’impiego di fitofarmaci, che avrebbe colpito uva e pomodoro mentre resta aperta la lotta agli accordi di libero scambio che non garantiscono il rispetto del principio di reciprocità poiché serve che tutti i prodotti che entrano nell’Unione devono rispettare gli stessi criteri sanitari, ambientali e di rispetto delle norme sul lavoro anche minorile.

L’Italia è il primo produttore Ue di pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

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